Ho 32 anni, una moglie che fa il mio mestiere, una figlia di 5. Sono in campagna da me, e giusto il sabato 18 luglio, il giorno prima, ho saputo che Antonella aspetta il nostro secondo figlio. Gia' parliamo dei nomi: il pole position Jacopo, che da tempo ci piaceva. Organizziamo dunque un pranzetto con una coppia di nostri amici di lunga data, per comunicare la "lieta notizia". Facciamo anche una puntata al mare, perché il sole picchia, e il caldo non da tregua. Torniamo e - viste anche le condizioni di Antonella - decidiamo di fare un riposino. I nostri ospiti rimangono giu', nell'apposita stanza. Dopo un'oretta, sento la voce del mio amico che mi chiama, allarmato. Strano che sia salito al secondo piano. Esco assonnato mettendomi qualcosa addosso, e lui mi dice, serissimo: vieni giu', subito. cosa e' successo, chiedo. Una cosa terribile mi dice lui. Già pensavo a possibili sfraceli opera del mio cane Hans, quando vedo che mi conduce davanti alla Tv. Vedo passare delle strisce sovraimpresse, che parlano di un attentato a Palermo, un altro attentato, a 57 giorni da quello di Capaci. Ecco che all'improvviso mi vedo catapultato dal mio sonnellino pomeridiano al peggiore degli incubi. Quello che tutti temevamo, la morte annunziata di Paolo Borsellino, era avvenuta. Mi si riempiono gli occhi di lacrime. scende mia moglie, legge anche lei le parole sulla tv, e si accascia sulla poltrona, senza parola e, scoppiando a piangere. Bea, mia figlia, arriva e si preoccupa di vedere papa' e mamma che piangono. Cosa e' successo, chiede. E' morto un amico di papa' e mamma, rispondiamo.