lunedì 2 luglio 2012

Lettera di Anna Maria Savoia....

Sono una mamma di quattro figli, tutti lontani, nonna di cinque meravigliosi nipoti, vedova da 15 anni, e faccio parte del gruppo "Agende rosse-Bari". Qualche giorno fa, nella mia città, ho potuto ascoltare Salvatore Borsellino e conoscere direttamente da lui il vile episodio...
Agnese (posso chiamarti così?), ti ammiro come donna, come moglie, come madre!! Vorrei abbracciarti di persona e farti sentire tutto il mio affetto!
Coraggio sorella! Il tuo Paolo, ne sono convinta, ti è senz'altro vicino e ti sorregge... e poi, i figli sono la nostra forza, no?
Un affettuoso saluto da Anna Maria

di Federica Fabbretti

Signora Agnese, vorrei darle tutto il mio sostegno e affetto, ringraziandola non solo per l'integrità dimostrata dopo la morte del giudice Paolo, ma anche per avercelo "donato" quando era in vita. Dietro ad un grande uomo c'è sempre una grande donna. GRAZIE. Siamo tutti con lei, usi anche la nostra forza, è anche la sua.

Federica Fabbretti
Roma

Lettera di Carmela Luisa....

Cara Agnese,
ti scrivo per farti sentire la mia vicinanza in questo momentaccio dove la prerogativa più grande è screditare tutti coloro che lavorano perchè la verità sulla morte del giudice Paolo Borsellino venga a galla. Ciò che ha detto il generale Antonio Subranni è vergognoso, ma fa capire il suo valore. Una persona con la coscienza a posto evita un linguaggio tanto violento. Confida nella giustizia e sa di poterne venire fuori limpido, al contrario di una colpevole che attacca violentemente per difendersi.
La morte di Paolo, e di Giovanni prima, sono state per me come le morti di familiari, di persone care. Due giudici che, facendo onestamente e con scrupolo il loro mestiere, sono stati eliminati per questo. Cercavano di rendere, a noi italiani, la vita migliore ed hanno perso la loro, insieme a tutti i ragazzi delle scorte, insieme a tutti coloro che ci hanno provato in precedenza.
Non so quanto tempo passerà ancora prima di giungere alla verità. Non so se coloro che sono i veri responsabili pagheranno mai e finiranno in carcere. Ma di una cosa sono certa, un giorno queste persone dovranno fare i conti con la loro coscienza, e non saranno conti positivi. Dovranno lasciare questo mondo, come tutti, ma lo faranno con disperazione, perchè chi ha commesso crimini tanto grandi non può che morire così.
Un grande abbraccio e tanto coraggio, sono con te.
Un bacio.

Carmela Luisi

venerdì 29 giugno 2012

Cara Agnese ti scrivo....


Cara Agnese,
 
ti scrivo.......
 
permettendomi il privilegio di ringraziare la famiglia Borsellino per le grandi azioni, come per le azioni quotidiane, per quel vivere onesto di tutti i gioni
 
Perchè hanno reso la vita degli Italiani migliore e quindi anche la mia...la mia personale, i miei attimi quotidiani....grazie
 
Grazie perchè grazie a voi sono orgogliosa di essere italiana
 
Grazie per l'esempio, per la perseveranza, per la nobiltà d'animo
 
Grazie!

Claudia Rosso

Nico Gozzo



Ho 32 anni, una moglie che fa il mio mestiere, una figlia di 5. Sono in campagna da me, e giusto il sabato 18 luglio, il giorno prima, ho saputo che Antonella aspetta il nostro secondo figlio. Gia' parliamo dei nomi: il pole position Jacopo, che da tempo ci piaceva. Organizziamo dunque un pranzetto con una coppia di nostri amici di lunga data, per comunicare la "lieta notizia". Facciamo anche una puntata al mare, perché il sole picchia, e il caldo non da tregua. Torniamo e - viste anche le condizioni di Antonella - decidiamo di fare un riposino. I nostri ospiti rimangono giu', nell'apposita stanza. Dopo un'oretta, sento la voce del mio amico che mi chiama, allarmato. Strano che sia salito al secondo piano. Esco assonnato mettendomi qualcosa addosso, e lui mi dice, serissimo: vieni giu', subito. cosa e' successo, chiedo. Una cosa terribile mi dice lui. Già pensavo a possibili sfraceli opera del mio cane Hans, quando vedo che mi conduce davanti alla Tv. Vedo passare delle strisce sovraimpresse, che parlano di un attentato a Palermo, un altro attentato, a 57 giorni da quello di Capaci. Ecco che all'improvviso mi vedo catapultato dal mio sonnellino pomeridiano al peggiore degli incubi. Quello che tutti temevamo, la morte annunziata di Paolo Borsellino, era avvenuta. Mi si riempiono gli occhi di lacrime. scende mia moglie, legge anche lei le parole sulla tv, e si accascia sulla poltrona, senza parola e, scoppiando a piangere. Bea, mia figlia, arriva e si preoccupa di vedere papa' e mamma che piangono. Cosa e' successo, chiede. E' morto un amico di papa' e mamma, rispondiamo. 

Paolo Borsellino vive


«Dove cercare oggi i santi?». Sotto questo titolo a grandi caratteri, nel novembre dell’anno scorso, “Vita del popolo”, settimanale della Diocesi di Treviso, pubblicava in prima pagina una frase pronunciata alcuni giorni prima da Giovanni Paolo II: «Alla fine del ventesimo secolo la Chiesa iscrive nel suo martirologio tutti coloro che in questo secolo critico e davanti alle crudeltà (...) hanno reso testimonianza della fede, della speranza e dell’amore in modo eroico». Accanto alla citazione c’era una foto di Paolo Borsellino: con il volto sorridente discuteva con Giovanni Falcone.
E’ così che ricordo Paolo. Così l’avevo conosciuto quando era venuto in Veneto e in Friuli per partecipare ad alcuni incontri sulla mafia: rilassato, sereno, scherzoso, sempre pronto alla battuta spiritosa e all’ironia tipica dei siciliani “doc” che riescono persino a ridere dei mali della loro terra per non drammatizzare.